Dal 2 al 5 gennaio 2015 il Movimento Studenti di Azione Cattolica propone in cinque città d’Italia i Campi Interregionali per Studenti (CIPS). L’Emilia-Romagna parteciperà al campo organizzato a Fognano (RA) insieme a Liguria e Marche. I CIPS sono campi aperti a tutti gli studenti che si chiedono come la scuola possa essere luogo di felicità, di passione, di appartenenza. La proposta è rivolta a tutte le diocesi, non è importante fare già parte del MSAC, l’essenziale per partecipare è credere che la scuola possa davvero diventare la seconda casa degli studenti. L’augurio che l’incontro tra tanti ragazzi suscita è quello di far crescere quell’amore per la scuola che papa Francesco invita a «non farci rubare». Il CIPS 2015 si intitolerà “Questa è la mia scuola: la casa dove posso stare bene con te”. Cercheremo di scoprire come abitarla per quello che siamo, con passione e senza pregiudizi. Ci confronteremo sulle relazioni che vi viviamo, quelle di amicizia e quelle che costano fatica e proveremo, una volta tornati a casa, ad esserne davvero protagonisti grazie agli strumenti della partecipazione studentesca e allo spirito gioioso del movimento. Intanto questi campi si svolgono un po’ in tutta Italia: ovunque ci sia qualcuno disposto a impegnarsi per rendere la scuola un posto più bello in cui stare. L’esperienza degli anni passati ci ha fatto capire come sia importante per i ragazzi ritrovarsi con altri coetanei per avere un dialogo, per capire cosa si può migliorare. Perché l’unione fa la forza! Sono campi dove non ci sono professori, educatori o vigilanti perché il vivere insieme in queste giornate di impegno, di dialogo non ha bisogno di sorveglianti ma solo di una partecipazione cosciente e matura da parte di noi ragazzi. Il motto che riecheggia nelle giornate dei CIPS è “I CARE” di Don Milani: mi interesso, voglio conoscere, non rimango passivo di fronte agli eventi che mi accadono intorno. Come studenti quindi ci impegniamo ad essere parte e, allo stesso tempo, artefici della nostra scuola abitandola proprio come se fosse una casa. Lo facciamo con uno stile che esprimiamo a parole, a gesti e con il volto: quello della consapevolezza, della partecipazione piena, del servizio e della speranza. Queste iniziative che partono dai giovani, sono organizzate dai giovani, e vengono mantenute dai giovani, sono punto d’incontro per tanti ragazzi che della loro carriera scolastica hanno voluto fare qualcosa di più che viverla aspettandone semplicemente la fine.
di Lucia Medri, già sul Nuovo Diario Messaggero il 18-12-14
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AuthorMSACchini vari Archives
Giugno 2015
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